PALAZZO GOTTIFREDO - MUSEO
Concepito nella più totale autonomia dalle consuete formule tipologiche dell'architettura medioevale alatrina, questo singolare edificio, imponente nella sua vertiginosa altezza, e stato costruito intorno alla meta del XIII secolo come residenza del cardinale Gottifredo Raynaldi, ricco feudatario alatrino e dotto diplomatico pontificio durante gli anni della lotta antimperiale.
Il disegno del palazzo è espresso dal singolare accordo tra due robuste case -torri, diverse per stile ed epoca di costruzione, collegate tra loro da un ampio corpo longitudinale, che si snoda con un profilo sfaccettato per gran parte del corso principale.
Le notevoli difformita stilistiche sono rese evidenti, oltre che dalla diversa ornamentazione dei due ingressi principali, entrambi situati sul prospetto occidentale, anche e soprattutto dalla differente disposizione delle aperture superiori: assai irregolari e rade nella più antica torre angolare, alquanto ordinate e strutturalmente piu organiche nei restanti corpi di fabbrica.
L'interno, in parte compromesso dal crollo delle grandi arcate ogivali che sostenevano il settore centrale della copertura, racchiude negli ambienti di proprietà comunale le eleganti sale del Museo civico.
Il Museo civico
Fondato nel 1932, presso it Palazzo Conti Gentili, con il preciso intento di riunire ed organizzare un nutrito lapidario di epoca romana, il museo fu in seguito trasferito nell'attuale sede, e destinato ad ospitare negli anni parte del cospicuo materiale archeologico rinvenuto nel cornprensorio comunale.
Le varie sezioni, recentemente dotate di un esauriente apparato informativo, forniscono preziose testimonianze della protostoria del territorio alatrino e del periodo romano.
Particolare interesse storico riveste la sezione epigrafica, che raccoglie, insieme ad alcuni brani policromi di un mosaico pavimentale risalente all' inizio del I secolo a.C., una sequenza di iscrizioni lapidee riferibili at tardo periodo repubblicano ed all'eta imperiale.
Fra di esse risalta la celeberrima epigrafe del censore Lucio Betilieno Varo, rinvenuta nel '700 presso l'area occupata oricfinariamente dal foro cittadino: databile tra la seconda meta del II secolo e gli inizi del I secolo a.C., e considerata, per la ricchezza delle informazioni documentarie che tramanda, un'autentica "pietra miliare" nella storia dell'antica Aletrium.